Complice la guerra tra Ucraina e Russia, l′indice aggregato delle commodity a marzo 2022 ha segnato una variazione congiunturale (ovvero una variazione rispetto al mese precedente) del +14% e una variazione tendenziale (ossia rispetto a 12 mesi prima) del +63%.
Tali aumenti, come ben sappiamo, sono riscontrabili anche su altri asset (oltre alle materie prime), come quelli energetici che hanno mostrato aumenti del +647% per il gas naturale e +104% per il petrolio Brent rispetto a gennaio 2020.
Il prezzo del gas naturale europeo, dopo il picco di inizio marzo intorno a 220 €/MWh, è leggermente variato al ribasso attestandosi il 13 giugno a 83,4 €/MWh, oltre sette volte i livelli pre Covid e vicino ai valori registrati prima dello scoppio della guerra.
Anche le altre materie prime si caratterizzano per prezzi decisamente più alti rispetto al pre pandemia, spiccano in particolare il +337% del fertilizzante a base di urea e nitrato di ammonio, il +112% del mais e il +82% dell′acciaio.
Inoltre, l′apprezzamento del dollaro nei confronti dell′euro impatta sui costi di approvvigionamento delle imprese italiane ed europee, considerato che la maggior parte delle commodities è contrattata in valuta statunitense e che il tasso di cambio, ora a 1,04 €/$, era 1,21 €/$ a gennaio 2021.
Secondo un′analisi condotta da pricepedia, le materie prime energetiche manterranno un livello medio dei prezzi ancora elevato per tutto il 2022, per poi avere una dinamica in diminuzione a partire dal 2023.
Rispetto al 2022, il livello medio dei prezzi nel 2023 risulterà inferiore del -1.8% (+316% rispetto alla media del 2022).
Una dinamica maggiormente discendente caratterizza gli altri due asset, cioè le materie plastiche ed i metalli.
Per quanto riguarda le Plastiche una riduzione dei prezzi si verifica già a partire da quest'anno, e continuerà anche nel 2023 e nel 2024. In particolare, il livello medio del 2023 risulterà inferiore a quello del 2022 del -9.2%.
Sebbene la riduzione nella restante parte di quest'anno sia più contenuta rispetto a quella delle materie plastiche, una dinamica simile caratterizza i prezzi dei metalli. Il livello medio dei prezzi nel 2023, infatti, sul corrispondente valore del 2022, registrerà un calo del del -8.6%.
Questi valori, ancora particolarmente alti, si traducono in un aumento dei prezzi dei beni finiti con conseguente aumento del valore delle scorte del magazzino.
Dal punto di vista assicurativo, troppe poche aziende mantengono aggiornati i massimali inseriti in polizza con l′effettivo valore dei beni in esse contenuti.
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