Il 2 aprile 2023 un vasto incendio ha colpito il deposito di rifiuti di Longognani di Baggiovara (MO, interessando circa 400 tonnellate di imballaggi misti.
La prima preoccupazione, oltre al danno effettivo subito dall′incendio, è stato di verificare che alcun agente inquinante si fosse disperso nell′ambiente.
I tecnici di Arpae hanno immediatamente effettuato alcuni campionamenti istantanei degli inquinanti tipici della combustione nelle aree circostanti l′incendio, utilizzando strumentazione a lettura diretta, che non hanno evidenziato situazioni di criticità.
Si ricorda che, ad oggi, tale attività non è ancora soggetta ai controlli di prevenzione incendi in quanto tale ma lo diventa per altre caratterizzazioni, tipo per l'attività 36, 43, 44, 70 ecc.
In casistiche ed eventi come questi, le probabilità che un incendio possa portare ad un inquinamento del suolo e dell′aria è molto alto.
Come comportarsi in questi casi?
Secondo la Corte di Cassazione, Sezioni Unite Civili, con sentenza in data 01.02.2023 n. 3077, “chi inquina paga”.
In base a tale principio “l′operatore la cui attività ha causato un danno ambientale o la minaccia imminente di tale danno sarà considerato finanziariamente responsabile in modo da indurre gli operatori ad adottare misure e a sviluppare pratiche atte a ridurre al minimo i rischi di danno ambientale” (considerato 2 della Direttiva 2004/35/CE).
Nonostante le normative e l′evidenza che questa tipologia di danni avvenga sempre più spesso, risulta che solamente l′1,7% delle aziende italiane abbia in essere una copertura assicurativa per la responsabilità ambientale.
Sapevi che danni di questo tipo possono arrivare ad incidere per decine di migliaia di euro? Cifre che possono mettere a serio rischio le risorse economiche di un′azienda.
La copertura assicurativa per questa tipologia di rischi non è da sottovalutare, per questo consigliamo di integrarla all′interno del pacchetto assicurativo.
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