La pandemia da Covid 19 e la Guerra Ucraina-Russia hanno portato pesanti rincari sui prezzi delle materie prime e problematiche e ritardi legati alla catena di fornitura a livello nazionale ed internazionale.
Cosa dobbiamo aspettarci nel futuro? Secondo Giraudo Alessandro e Barbara Gaudenzi, professori e professionisti nell′ambito della Supply Chain, la situazione non tornerà rosea nel breve periodo.
Nello specifico, alcune materie prime ampiamente utilizzate in ambito industriale, continueranno ad avere prezzi sopra la media almeno per tutto il 2022.
Tra queste troviamo:
• Palladio, prodotto nella misura del 60% dalla Russia e utilizzato a livello globale per la produzione di marmitte catalitiche;
• Titanio, prodotto in Ucraina;
• Platino, utilizzato nel settore della petrolchimica;
• Concimi;
• Cereali, nonostante l′aumento del prezzo sia legato anche ad una speculazione economica.
Per quanto riguarda la logistica, i problemi oceanici e legati ai trasporti potrebbero durare fino alla fine del 2023.
Il Covid continua a permanere in giro per il mondo, va a ondate come una marea, sia perché i problemi nel reperire autisti e lavoratori continuano a persistere, sia perché nei prossimi mesi ci sarà ancora minore disponibilità di navi perché gli operatori negli ultimi due anni hanno posticipato le soste delle navi per lavori di manutenzione che ora non sono più rinviabili.
Oltre a ciò stiamo assistendo a un incremento del costo del petrolio e del carburante.
Il prezzo più elevato del trasporto marittimo lo pagheranno in primis i carrier e a cascata i consumatori finali.
Restando più nel locale, in Emilia Romagna è in grande difficoltà anche il settore della ceramica per due motivi: si tratta di un settore energivoro e in più importa il 50% delle argille e delle sabbie bianche necessarie alla produzione dall′Ucraina e dalla Russia.
In Emilia Romagna si calcola che la bolletta energetica regionale passerà da meno di 700 milioni nel 2019 a 5 miliardi quest′anno. D′altra parte il prezzo del gas è aumentato del 180% dall′inizio della guerra, ed era già ai massimi si sempre.
Oltre i 200 euro a megawatt ci sono acciaierie e fonderie che rischiano di produrre in perdita.
L′Autorità di Sistema Portuale di Ravenna: delle 3mila navi arrivate lo scorso anno a Ravenna, 500 provenivano dal Mar Nero.
In particolare, circa 200 dall′Ucraina e 160 dalle coste russe, rotte che al momento sono totalmente interrotte.
Per lo scalo romagnolo passano il “40% dello scambio merci via nave tra Italia e Ucraina.
L′Iru, l′International Road Transport Union, ha quantificato in 12.000 il numero degli autisti attualmente bloccati in Ucraina e nelle zone di confine a causa dell′invasione da parte della Russia.
Dal punto di vista assicurativo, visto l′aumento delle materie prime e di conseguenza l′aumento dei valori dei beni aziendali e scorte di magazzino, è necessaria una rivalutazione dei valori o delle somme assicurate, per non ricadere nel rischio di risultare “sottoassicurati” in caso di danno.
Dal punto di vista della logistica, le aziende dovrebbero adottare alcune “best practice” per fronteggiare al meglio l′emergenza, tra cui:
• Diversificare I fornitori anche sul piano geografico. Un esempio concreto di come la diversificazione sia importante è legato all′azienda Michelin che ha dovuto sospendere la produzione dei pneumatici per mancanza il componente “nero fumo” che viene fornito solamente da un′azienda russa.
• La diversificazione dei fornitori ci consente di prevenire e/o limitare quelli che possono essere gli aumenti legati alle materie prime dei paesi coinvolti.
• Le aziende attualmente elaborano forecast a breve termine (2 anni), ma andrebbero rivisti tenendo conto dei colli di bottiglia e con orizzonti temporali più ampi, diventando dunque proattivi.
Sapevi che la polizza per i danni indiretti può coprire in caso di mancata fornitura a seguito di danno subito dal fornitore? Nel caso tu abbia già tale polizza, sei certo che sia inclusa tale estensione?
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